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Bussi sul Tirino
11 Febbraio 2025
Civitella Casanova
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Capestrano

Con un affaccio sulla valle del Tirino e una nobile storia urbana di architetture medievali e rinascimentali si presenta Capestrano, nobile e antichissima. Il borgo e il castello, uno dei complessi fortificati più stimolanti e interessanti della regione, erano protetti da una munita cinta muraria, in cui si aprivano ben cinque porte urbane: Porta Parete, Porta del Sacco, Porta del Lago, Porta la Palma e Porta Castello detta anche Porta la Macchia. 

Il castello, attualmente sede del Municipio, è costruito su un impianto quattrocentesco che ha inglobato i resti di una preesistente fortificazione di cui conserva l’imponente torre prismatica, eccentrica rispetto all’impianto del castello. Nel cortile si può ammirare il raffinato pozzo poligonale, attribuito al XV secolo.

Merita una visita la chiesa parrocchiale di Santa Maria della Pace ricostruita nel 1643 e consacrata nel 1768. Il campanile con cuspide a bulbo è del 1841-57.

Centro fiorente grazie alla transumanza e al commercio dello zafferano ha visto susseguirsi sul suo territorio importanti casate nazionali, dai duchi Acquaviva di San Valentino ai Piccolomini, sino all’avvento dei Medici, cui il feudo appartenne sino all’abolizione della feudalità. 

Ha dato i natali a san Giovanni da Capestrano (1386-1456), frate dell’Ordine dei Minori osservanti, fondatore del convento di San Francesco, notevole complesso francescano posto fuori il centro abitato, nei pressi del cimitero.

Nei pressi delle sorgenti del Tirino è fu ritrovato l’oggi famoso Guerriero di Capestrano, conservato nel Museo Archeologico Nazionale di Chieti, statua di un guerriero italico rappresentante di una potente classe di pastori-guerrieri che si affermo in Abruzzo durante l’età del Ferro.

Da non perdere una visita all’abbazia di San Pietro ad Oratorium per ammirare, tra le altre cose, il ciborio duecentesco.

San Pietro ad Oratorium

In uno scenario mozzafiato, nelle vicinanze di Capestrano e nella valle del Tirino, è l’abbazia di San Pietro ad Oratorium la cui datazione è del 752 come si evince da un documento che annovera la chiesa tra le pertinenze di San Vincenzo al Volturno. L’abbazia fu ricostruita nel 1100 come reca l’iscrizione sull’architrave del portale principale, scolpito con motivi vegetali. L’interno, realizzato su tre navate, propone un ciclo di affreschi del XII secolo tra i più significativi d’Abruzzo.  

Di notevole fattura è il ciborio duecentesco posto sull’altare, sorretto da quattro colonne con architravi su cui si innalzano sedici colonnine sormontate da una piramide tronca e un baldacchino con cupoletta. L’unicità del ciborio risiede nell’utilizzo di elementi di maiolica inseriti in triangoli posti agli incroci con delle arcatelle. Sedici piastrelle con disegni geometrici che variano dal verde, al bruno di manganese al giallo, il tutto su fondo bianco.

Avvolto in un mistero non ancora svelato è un singolare concio di pietra, situato sullo spigolo sinistro della facciata, su cui è riportato il quadrato magico del SATOR, uno dei palindromi più celebri della storia.

 

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